Antananarivo

Antananarivo (comunemente chiamata Tanà) è la capitale nonché la più grande città del Madagascar. Come tutte le città dei paesi in via di sviluppo è caotica sporca e inquinata. La situazione è degenerata a partire dal 2009 (anno della crisi politica) quando molte famiglie si sono trovate senza lavoro e senza casa finendo così in mezzo alla strada e diventando quelli che qui si chiamano “cacciatori di pattume”. Non è infatti inusuale vedere persone che rovistano nel pattume alla ricerca di qualcosa da mangiare a o da rivendere (bottiglie di plastica pezzetti di carbone) alcune famiglie addirittura vivono (riparate da luride tende) accanto ai container per potere essere i primi a raccattare quello che altri buttano. 
A Tanà le suore gestiscono direttamente una scuola che è stata costruita con l’aiuto di una organizzazione francese che si chiama “Espoir Taná” (Speranza per Taná) dove studiano la maggior parte dei bambini adottati a distanza. Quelli che, vivendo lontano dalla scuola delle Suore non possono frequentarla, sono iscritti in altre scuole e vengono seguiti dalla paziente e meticolosa Suor Cristina che per ognuno di loro ha un file (con dati anagrafici fotografie e pagelle scolastiche), ma soprattutto un pezzo di cuore e un orecchio paziente per i genitori, ai quali dedica un pomeriggio alla settimana per le “visite”.mare i bambini è una giovane associazione (nata ad aprile 2012) creata da 5 soci fondatori allo scopo di raccogliere fondi per le suore dell’ordine Francescano di Palagano che operano in Madagascar. 

Cacciatori di pattume

I nostri ragazzi

Alarobie

Alarobie (che in malgascio significa Mercoledì giorno in cui c’è il mercato) è un piccolo paese di campagna a circa un ora di auto da Tanarive. Nella scuola (collegio San GIuseppe) studiano circa 1000 tra bambini e ragazzi. La scuola appartiene ed è gestita dalla suore e ci sono classi dalle elementari al liceo e una scuola di lavori femminili. All’interno della struttura c’è inoltre un dispensario gestito da una coppia di medici malgasci e supportati da una associazione Torinese.. 

Il riso fatto seccare davanti a una casa

Aula della scuola 

Ampahimanga

Il villaggio di Amphaimanga si trova a due ore di strada da Tanà di cui una serve per percorrere gli ultimi 10 km di strada sterrata. Oltre a gestire una scuola attigua alla casa dove vivono e a  portare benessere (strade, acquedotti, dispensasri medici) sostengono un progetto agricolo che permette a 175 famiglie di coltivare il riso che, dopo il raccolto, viene immagazinato in silos e distribuito alle famiglie stesse. Nella scuola hanno inaugurato un bellissimo “jardin des enfantes”: si tratta di un orto in cui, una volta alla settimana, si fanno aiutare dai bambini della scuola insegnando i metodi di lavoro delle colture orto frutticole. Parallelamente hanno realizzato un piccolo allevamento di polli ed animali da cortile. Tutti i prodotti ricavati da queste attività vengono distribuiti alle famiglie locali o utilizzati dalla mensa scolastica. La gestione di queste risorse è affidata ad un comitè che garantisce l’equa distribuzione e di cui fanno parte, a rotazione, gli stessi membri del villaggio. Nella scuola di Ampahimanga studiano 370 bambini dall’asilo al liceo, 300 restano a pranzo, gli altri tornano acasa e poi rientrano a scuola. Alcuni arrivano dal villaggio “vicino” Sarodroa (dove non è presente la scuola media) che dista 6 ore a piedi perciò restano la settimana in case prese in affitto e rientrano il weekend dalle famiglie

Le stradine di Ampahimanga 

Il cortile della scuola 

Sardroa

Arrivare a Sarodroa non è facile, le suore riescono a garantire un controllo mensile alla scuola che hanno costruito e, considerando le difficoltà della strada, si tratta di un lavoro eccellente. Per andare a Saradroa bisogna partire da Ampaimanga alla mattina di buon ora. La strada non si può definire tale, nel tempo i camion e la macchina delle suore hanno tracciato un sentiero ma a volte si trovano massi e si rimane bloccati. Nella stagione delle piogge le suore ci vanno a piedi facendo 6-7 ore di cammino in quanto nessun mezzo meccanico può percorrere la strada. Da qualche mese si può utilizzare un ponte finanziato dal Lions Club di da un’associazione di Modena e che permette di risparmiare un’ora di tragitto e arrivare a Sarodroa attraversando il torrente. La scuola elementare di Saradroa è frequentata da 230 bambini , il comune conta circa 2500 persone tutte disperse sull’altopiano: siamo a più di 2000 metri. Le suore hanno iniziato il loro intervento nel 1997: la scuola è stata costruita nel 2000, e ampliata nel 2015. Non è possibile avviare le scuole medie, i bambini che finiscono le elementari si spostano ad Ampahimanga. La povertà a Sarodroa è grande: nessun bambino riesce a pagare la retta, alcune famiglie contribuiscono con qualche legume; prima dell’arrivo delle suore a Sarodroa si mangiavano solo patate. Le adozioni sostenute permettono a tutti i bambini di ricevere pasti con una dieta equilibrata che ha notevolmente migliorato tantissimo la loro salute. Considerando l’isolamento e la povertà della gente, vedere tutti quei bambini a scuola è un successo, negli anni il lavoro delle suore ha davvero sensibilizzato le famiglie sull’importanza dell’educazione. C’è una fontanella proprio dietro la scuola, ci sono le toilette e un dispensario che ospita una volta al mese il medico e l’infermiera di Amphaimanga per fare i controlli ai bambini. Le suore cercano anche di sensibilizzare la gente sull’utilizzo della legna (si vedono dappertutto alberi tagliati) però questo aspetto è più difficile da cambiare se non si danno aiuti per ripiantare e in generale se non si insegna agli adulti. 

La strada per Sardroa

Il benvenuto dei bambini